 |
Le
immagini di palazzi napoletani, proposte da Giorgio Nocerino per Arch’è,
rappresentano una città in simbiosi tra passato e presente.
Nel silenzio del piccolo spazio–studio di Via Domenico Morelli sono in mostra le
facciate neoclassiche lungo la Riviera di Chiaia, i motti a futura memoria
incisi nel marmo, scale in pietrarsa, bugnati, volte e lucernari.
Nell’insieme, le immagini conferiscono l’idea di una città discreta, racchiusa
nell’armonia di un microcosmo spazio-temporale, ma in ciascuna di esse affiorano
dissonanze e frammenti della metropoli odierna.
La classica sobrietà del Palazzo Partanna si riflette in un’estrusione d’edifici
addossati lungo la collina di Posillipo; gli eroici leoni della Piazza dei
Martiri rivolgono lo sguardo verso un luogo astratto, mentre dal portale del
Palazzo Calabritto è ancora possibile inquadrare il paesaggio in lontananza
lungo la sequenza assiale, ingresso-cortile interno, artificio che concretizza
l’ideale sintesi tra architettura e paesaggio naturale. E ancora immagini di
rocaille per mute fontane, di busti scolpiti tra timpani spezzati che si
affacciano su cancellate metropolitane.
Delle tante città del passato che le immagini fanno intravedere, paradossalmente
risulta più visibile la città esclusa dalla rappresentazione che è quella in cui
tutte le altre si sono trasformate: metropolis. Quale sia la sua anima è
difficile dire: in ognuna delle rappresentazioni è possibile vedere ciò che è
stata, ciò che è o potrebbe essere, come un giocattolo in una sfera di
cristallo.
C’è da chiedersi del perché un architetto si appassioni nel raccontare la storia
degli edifici, piuttosto che proporre progetti di trasformazioni per il
presente.
Anche questo è difficile dire!
Nella rappresentazione di metropolis il gioco delle parti è indecifrabile:
perciò accade che Marco Polo, l’esperto narratore di città visibili, sia
interpretato dal malinconico imperatore, Kublai Kan che sogna nuovi modelli di
città nel tentativo di salvare dallo sfacelo il suo sconfinato impero.
Forse i due personaggi non sono altro che la personificazione dello stesso
desiderio di migliorare la città in cui viviamo.
Isabella Guarini
Nell’ ambito delle varie
iniziative culturali l’associazione “Arch’è” prosegue la sua attività editoriale
con la pubblicazione di un secondo quaderno dal titolo “Immagini di Pietra”,
ovvero dieci palazzi napoletani.
Il primo quaderno, edito nel 2001 e intitolato “Progetti per Concorsi di
Architettura”, affrontava la tematica del concorso di progettazione, quale
strumento necessario per il raggiungimento della qualità urbana, proponendo una
raccolta di progetti redatti in occasione di pubblici concorsi.
La seconda pubblicazione persegue lo stesso obiettivo, della qualità
architettonica urbana, diffondendo con le immagini fotografiche la storia della
città, a volte poco conosciuta dai suoi stessi abitanti.
Le fotografie raccolte sono riferite a dieci antichi palazzi napoletani del
centro storico della città: Palazzo Marigliano, Palazzo Sangro di Sansevero,
Palazzo Cellamare, Palazzo Nunziante, Palazzo Partanna, Palazzo Calabritto,
Palazzo Sessa, Palazzo Satriano, Palazzo Ischitella Pinto, Palazzo Ruffo della
Scaletta, siti rispettivamente nella zona di fondazione Greco-Romana e nella
zona di espansione sette- ottocentesca di Chiaja.
Tali edifici, già descritti dal sottoscritto in una piccola pubblicazione edita
da Guida dal titolo “Pietre con Anima”, sono rappresentativi dei rapporti
internazionali, a livello europeo, che hanno contraddistinto le vicissitudini
della nostra città: rapporti culturali e politici che rendono complessa la
storia di Napoli, densa di suggestioni e infinite contraddizioni.
Le immagini fotografiche presentate riguardano il tema della residenza e
costituiscono un invito a visitare il tessuto della città per conoscere i luoghi
della vita quotidiana che, pur costituendo la struttura insediativa prevalente,
sono meno rinomati delle emergenze monumentali e paesaggistiche caratterizzanti
il Golfo di Napoli.
Si tratta, infine, di coniugare le storie del passato con le immagini del
presente affinché, nonostante i notevoli cambiamenti causati dalla rapida
obsolescenza tecnologica, si possa trasmettere a futura memoria la vera anima
della città.
Per questo la nostra passeggiata napoletana continua!
Giorgio Nocerino |